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  • Le politiche sulla disabilità sono una priorità per il Governo italiano. La riforma del sostegno alla disabilità è prevista nel Programma Nazionale di Riforma 2020, e la necessità di migliorare il quadro della protezione sociale è stata ribadita dalla Corte Costituzionale nel luglio 2020. La riforma della disabilità è necessaria anche per allineare la definizione medica di disabilità attualmente utilizzata in Italia con la definizione funzionale della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che l’Italia ha ratificato nel 2009. Una legge delega di fine 2021 delinea la direzione della prossima riforma e affida al Governo nazionale la preparazione della riforma. La progettazione di un efficace sistema di governance multilivello è essenziale a tale scopo, poiché in Italia gli elementi chiave delle politiche sulla disabilità, come i servizi per la disabilità, alcune prestazioni per la disabilità e la valutazione della disabilità, sono di competenza regionale e locale.

  • L’Italia cerca da tempo di riformare la sua politica sulla disabilità per affrontare almeno tre problemi di lunga data: le incongruenze con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che richiedono un aggiornamento nella valutazione della disabilità; la frammentazione della valutazione e del supporto alla disabilità; e le conseguenti disparità tra le regioni italiane nell’offerta di servizi per la disabilità e nell’utilizzo delle prestazioni per la disabilità.

  • Il presente capitolo analizza i risultati sociali e lavorativi complessivi delle persone con disabilità in Italia. Rileva che le persone con disabilità affrontano tassi di povertà e di occupazione paragonabili alle loro controparti in molti Paesi europei dell’OCSE. Tuttavia, il divario nei tassi di occupazione e povertà tra persone con e senza disabilità è minore in Italia rispetto ad altri Paesi, il che indica sfide economiche e del mercato del lavoro più ampie nel Paese. Il capitolo rileva anche una significativa disomogeneità geografica, cosa che indica differenze regionali a livello di bisogni di protezione sociale.

  • Questo capitolo descrive e interpreta le valutazioni della disabilità utilizzate in Italia e nelle sue regioni per determinare l’idoneità a varie prestazioni e servizi di disabilità nazionali, regionali e locali. Il rapporto si concentra sulla situazione di quattro regioni: Regione Campania, Regione Lombardia, Regione Autonoma della Sardegna e Provincia Autonoma di Trento. La valutazione della disabilità in Italia è molto frammentata per tipo di assistenza ed è regolata da più livelli di legislazione. La valutazione dello stato di disabilità è eccessivamente medicalizzata e discrezionale, manca di linee guida tecniche e metodologiche e di uno strumento scientifico con forti proprietà psicometriche. Inoltre, non esiste un collegamento trasparente tra le diverse valutazioni dello stato di disabilità (utilizzate per il diritto alle prestazioni nazionali) e le valutazioni dei bisogni (utilizzate per il diritto ai servizi comunali). Le attuali pratiche di valutazione in Italia si discostano dai principi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e si traducono in una mancanza di equo supporto e inclusione delle persone con disabilità.

  • Questo capitolo analizza i programmi per la disabilità offerti a livello nazionale e subnazionale, comprese le prestazioni contributive e non contributive amministrate e finanziate dalle autorità nazionali, e una serie di servizi (sanitari e sociali) e altre prestazioni in natura fornite da Regioni e Comuni. Conclude che il sistema è complesso e in cui è difficile orientarsi, ma anche generalmente abbastanza adeguato per le persone che riescono ad accedere a tutto il supporto a cui hanno diritto. Tuttavia, molte persone non riescono ad accedere all’assistenza e molte di loro potrebbero essere ancora molto vulnerabili. Il capitolo rileva anche un significativo divario nord-sud, caratterizzato da una forte dipendenza dalle prestazioni finanziate dallo Stato nel sud del Paese, che non ha la capacità di fornire servizi per la disabilità più forti. Conclude che è necessaria una riforma per migliorare le prestazioni del sistema, per affrontare le grandi variazioni territoriali e per ottenere un passaggio dall’offerta di prestazioni al sostegno dell’occupazione e dell’autosufficienza.

  • Sulla base dei dati e delle prove disponibili, questo capitolo cerca di valutare l’efficacia e le prestazioni della protezione sociale per le persone con disabilità in Italia. Il capitolo esamina quattro aspetti principali: copertura del sistema, adeguatezza del sistema, equità del sistema ed efficienza del sistema. Si conclude che il sistema è abbastanza adeguato per le persone che sono in grado di accedere a tutto il supporto a cui hanno diritto, ma che soffre di un alto tasso di non accesso e di insufficiente copertura, soprattutto per i servizi di disabilità e per le persone con disabilità meno gravi. Questo, insieme alle significative variazioni territoriali, si traduce in un sistema che non è né particolarmente equo né particolarmente efficiente.

  • Questo capitolo discute i risultati di un pilota tenutosi in quattro regioni italiane di uno strumento di valutazione dell’invalidità, la Scheda per la valutazione della disabilità dell’OMS (WHODAS), che aggiungerebbe la prospettiva del funzionamento alla valutazione dell’invalidità basata su un approccio medico attualmente in uso in Italia. L’analisi comprende i dati raccolti da 3.242 individui che hanno partecipato al pilota tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 (1.327 in Lombardia, 1.223 in Campania, 510 nella Provincia Autonoma di Trento e 182 nella Regione Autonoma Sardegna). Utilizzando un approccio statistico, il capitolo valuta le prestazioni del questionario WHODAS e conclude che lo strumento fornisce distribuzioni valide, affidabili e scientificamente robuste dei punteggi WHODAS in tutte e quattro le regioni pilota e che gli assistenti sociali in Italia sono ben preparati per condurre interviste WHODAS. Inoltre, il capitolo confronta i punteggi WHODAS del campione pilota con le valutazioni corrispondenti per l’invalidità civile, poiché i partecipanti al pilota sono stati valutati in entrambi i modi, e presenta opzioni su come il questionario WHODAS potrebbe essere integrato nel modo attuale di valutare l’invalidità civile in Italia.

  • Questo capitolo riassume le conclusioni e le raccomandazioni di un progetto che sostiene il Governo italiano nei suoi sforzi per rinnovare e rafforzare e armonizzare le politiche sulla disabilità. L’analisi si basa sulle prove disponibili e su interviste approfondite con i responsabili politici e altri soggetti chiave in quattro regioni d’Italia – Regione Campania, Regione Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Regione Autonoma della Sardegna – e su un progetto pilota in queste quattro regioni di un metodo di valutazione alternativo della disabilità, incentrato sulle situazioni di vita reale delle persone. Il capitolo spiega in dettaglio perché il sistema di valutazione della disabilità e di protezione invalid sociale per le persone con disabilità ha bisogno di una riforma e quali sono gli elementi che una riforma completa dovrebbe includere per rafforzare l’efficienza e l’efficacia del sistema e per affrontare le disuguaglianze di lunga data che lo caratterizzano.