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  • Il presente Studio è pubblicato sotto la responsabilità del Comitato di esame delle situazioni economiche e dello sviluppo (EDRC) dell'OCSE, incaricato di analizzare la situazione economica dei Paesi membri dell'Organizzazione.

  • L'attività economica ha superato bene le crisi recenti, ma la crescita sta attualmente rallentando in un contesto di irrigidimento delle condizioni finanziarie. Visto l'elevato livello del debito pubblico, occorre consolidare le finanze pubbliche.

  • L'economia italiana ha superato bene le crisi recenti, tuttavia la crescita sta attualmente rallentando in un contesto caratterizzato dall'irrigidimento delle condizioni finanziarie. Il debito pubblico è tra i più elevati dell'OCSE, il che limita il margine per proseguire con una politica di bilancio espansiva. Alla luce delle forti pressioni fiscali connesse all'invecchiamento della popolazione, ai costi del servizio del debito e all'imminente transizione climatica, sono necessarie riforme fiscali e della spesa atte a portare il debito pubblico su una traiettoria più prudente. L'ambizioso pacchetto di riforme strutturali e di investimenti pubblici previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una grande opportunità per rilanciare la crescita e rendere più gestibili le pressioni sul bilancio. A tale fine occorrerà consolidare e ampliare le recenti riforme di ampio respiro che hanno interessato i settori della giustizia civile, della Pubblica Amministrazione e della concorrenza, dotare la forza lavoro delle competenze necessarie per avere successo nella transizione digitale e in quella verde, nonché aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto da parte delle donne.

  • L'Italia si è impegnata a ridurre del 55 %, rispetto al 1990, le sue emissioni di gas serra entro il 2030 e a raggiungere il saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050. Il raggiungimento di tali obiettivi richiede un rafforzamento significativo delle politiche di decarbonizzazione attualmente applicate. La piena attuazione dei piani volti a rendere i prezzi effettivi del carbonio meno diversificati tra i vari settori, ad esempio assicurando un maggiore allineamento tra le accise applicate sui combustibili fossili e il loro contenuto in termini di emissioni generate, favorirebbe il processo di abbattimento delle emissioni di carbonio laddove i costi sono più contenuti. Al fine di incrementare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, è necessario snellire ulteriormente gli iter autorizzativi in vigore, in particolare individuando le aree idonee ad ospitare gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e innalzando i massimali di capacità per l'ottenimento di procedure abilitative semplificate. Iniziative volte a potenziare i settori del trasporto pubblico e delle reti ferroviarie regionali, ridurre il numero di veicoli altamente inquinanti e allineare le tasse imposte sulle autovetture al livello di emissioni da esse prodotte contribuirebbe a favorire il processo di decarbonizzazione del comparto dei trasporti. Nel settore dell'edilizia, i regimi di credito di imposta che sono stati oggetto di recente riforma dovrebbero essere corredati da finanziamenti agevolati e sovvenzioni volte a promuovere misure di riqualificazione energetica, in primis per le famiglie a basso reddito. Parallelamente al rafforzamento delle politiche di decarbonizzazione, l'Italia deve potenziare le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, primariamente in termini di mitigazione dei rischi derivanti da inondazioni e alluvioni, frane e caldo estremo.